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SUPERARE I VACCINI

Secondo la medicina ufficiale, funghi, batteri e virus sono responsabili delle malattie considerate infettive e contagiose di cui soffre l’uomo, e quindi da combattere con farmaci biologicamente aggressivi.

Mentre secondo la 4° legge biologica del dottor Hamer i microbi sono alleati nei processi di guarigione e di riparazione dei tessuti e degli organi, e per questo sono da considerare alleati del corpo umano che riesce a regolarne la crescita e l’attività a seconda del proprio bisogno.

Punti di vista per ora inconciliabili, che proviamo a verificare, senza considerare mai le conoscenze attuali come verità definitive, insomma senza fondamentalismi.

Voglio ricordare innanzitutto che i microrganismi svolgono in simbiosi con l’uomo funzioni così importanti che, quando sono distrutti da una prolungata somministrazione di antibiotici, viene a mancare la loro produzione di vitamine del complesso B, B12 e K, fattori nutritivi essenziali: se i microrganismi non vengono prontamente reintegrati la sopravvivenza stessa della persona è in pericolo.

Ne consegue che senza microrganismi, che sono la prima forma vivente apparsa sulla Terra e da cui discendiamo, la vita stessa dell’uomo non sarebbe possibile.

Inoltre la maggior parte dei microrganismi sono in ogni dove, ce li scambiamo reciprocamente e continuamente negli ambienti che frequentiamo senza che questo provochi alcuna reazione avversa. Ma quando c’è un nuovo contatto si richiede del tempo perché si stabilisca un nuovo equilibrio e si crei una simbiosi adattativa, così che il microrganismo diventi innocuo, o meglio utile, e al servizio del corpo che lo ospita.

Le gastroenteriti dei viaggiatori d’oggi, o il morbillo nelle Americhe conquistate dagli Spagnoli del 1500 che fece strage di indigeni, effettivamente dimostrano che certe forme di microbi possono rivelarsi letali per il nostro organismo. Ma questo evento è dovuto al fatto che non li conosciamo, e all’inizio non sono compatibili biologicamente con il nostro metabolismo, lo diventano con il tempo.

I dubbi sulla relazione di causa-effetto che collega un microrganismo ad una malattia si fondano sulla presenza di numerosi portatori sani del vibrione del colera, della salmonella, del morbillo, della poliomielite, che cosi resteranno senza mostrare alcun sintomo della malattia a loro attribuita, e sull’evidenza che non è prevedibile che il contagio tra ammalato e sano avvenga, e se pure avviene è con manifestazioni cliniche completamente diverse tra di loro e non spiegabili da caso a caso.

Alcuni medici inglesi non si spiegavano perché nel loro laboratorio le cavie che venivano allevate con amorevoli cure igieniche e alimentari si ammalavano e morivano molto più che i loro cugini, i topi di fogna. La visione riduzionistica impediva ai medici di comprendere che l’ambiente del laboratorio, non naturale per le cavie, veniva sentito ostile, e si ammalavano per le continue minacce avvertite.

Delle epidemie, che dimostrerebbero come la propagazione e diffusione della malattia sia veicolata da agenti microbici che si propagano nelle comunità per contagio, non si considera come si verifichino sempre dove quel gruppo o quella comunità vive le stesse condizioni angoscianti: dalle città assediate, ai ricoveri nei lazzaretti. E’ stato dimostrato che quando la condivisione di un pensiero raggiunge una massa critica sufficiente, questo si propaga a tutti gli individui collegati dalla comunanza di specie e di razza, anche se distanti nello spazio tra di loro: da pensiero condiviso, si passa a credenza di gruppo fino a ipnosi collettiva.

Vivere l’incubo di situazioni forzate di disperazione e di fame, aggravate anche dalla psicosi delle malattie come castigo divino, conduce a soluzioni drammatiche nelle quali è a rischio la sopravvivenza dell’individuo, mentre al contrario i monatti, ad esempio, che erano spinti dal guadagno dello sciacallaggio, portavano via i cadaveri degli appestati nell’epidemia del 1600 in Milano e non se ne ammalavano. Riporto come il Manzoni descrive la situazione socio sanitaria del tempo: “cabala ordita per far bottega di pubblico spavento”.

E come spiegare gli anni trascorsi da Madre Teresa di Calcutta nei lebbrosari senza contrarre la malattia perché ispirata e sostenuta dall’amore e la misericordia verso il prossimo?

E comunque peste e lebbra sono scomparse non per l’introduzione di vaccini ma per il miglioramento delle condizioni igieniche e alimentari.

L’errore di metodo della relazione causale tra microrganismi e malattie secondo il Dottor Hamer è rappresentato da questa allegoria. Un extraterrestre cerca di capire quale sia la causa degli incendi che osserva sulla Terra. Annota che in tutte le case che bruciano cambiano i proprietari, i curiosi, ma quegli omini con la tuta rossa sono sempre presenti. Riparte con la certezza della risposta: i pompieri sono quelli che causano gli incendi sulla Terra. I nostri ricercatori usano lo stesso metodo e arrivano alle stesse conclusioni. E invece la presenza contestuale di infiammazione e microrganismi non dimostra di per sè il nesso di causalità, ma al contrario, secondo la interpretazione di Hamer, l’esistenza di una collaborazione nella soluzione del processo biologico in atto.

Ma se i microrganismi sono essenziali alla vita dell’uomo, e se sono pericolosi solo nel periodo necessario a che si stabilisca una simbiosi adattativa, è utile il ricorso alle vaccinazioni?

Anche l’epidemia dovuta al virus Ebola è scomparsa nella Africa occidentale che più ne fu colpita, se ne sono registrati solo 40 nuovi casi nel 2015, senza l’aiuto di alcun vaccino.

Ricordo come a gennaio 2015 il sindaco di New York festeggiava, in conferenza stampa mondiale, l’unico cittadino contagiato da Ebola, perchè era guarito! Immaginiamo lo smarrimento del solito extraterrestre che osservasse la scena: si ammala una persona su 9 milioni, guarisce, e la festeggiano? Che pianeta buffo!

L’incidenza dell’Aids sta diminuendo nel mondo, e questo sta avvenendo spontaneamente (e grazie all’ ”outing” che ha liberato di un grosso peso psichico gli omosessuali) senza l’aiuto di alcun vaccino, a dimostrazione del recupero di un equilibrio in Natura che si attua costantemente con i tempi che la biologia impone.

Anche il vaccino antipolio di Sabin, il cui successo nel ridurre l’incidenza del sintomo dimostrerebbe lo stretto nesso tra malattia e virus patogeno, si è diffuso quando la malattia era già spontaneamente nella fase di decisa regressione. E la sua rapida diminuzione è coincisa con l’abbandono di consuetudini aberranti come quella di fasciare i neonati per evitare che gli arti sviluppassero deformazioni rachitiche per le carenze vitaminiche e alimentari di cui soffrivano. Il fasciare strettamente i neonati causava un trauma psichico di blocco neuro motorio persistente fino ad approfondirsi e tradursi in lesioni organiche definitive.

Sull’efficacia dei vaccini nel ridurre le patologie dobbiamo tener presente che quando vacciniamo per impedire che si manifesti quel tipo di adattamento biologico, costringiamo il corpo ad adottare nuove forme di soluzione, e per questo il numero delle “malattie” definite è in continuo aumento: basti pensare a quante nuove malattie esantematiche si vanno aggiungendo in età pediatrica.

Le microparticelle inorganiche e non degradabili presenti nell’aria vengono filtrate dai polmoni, quelle nell’acqua e nel cibo vengono filtrate dall’intestino, mentre quelle presenti nei vaccini sono ineittate senza alcun filtro nel sangue e da qui si depositano nei tessuti con lo sviluppo di una nuova serie di malattie che si vanno da poco definendo: le Nanopatologie, “pallottole” che finiscono nei vari organi.

Chiediamoci a cosa serve il vaccino antitetanico in un bambino di pochi mesi: si arrampica sui reticolati? E il vaccino contro l’epatite B? Lo portiamo a spasso tra le siringhe dei drogati? E il vaccino contro la poliomielite? L’Europa ha il certificato “polio free” dal 2002! E il vaccino per la difterite? Non ci sono casi di difterite in Italia da 30 anni! Ma i bambini non sono più protetti dagli anticorpi della mamma per i primi sei mesi di vita, come ci hanno da sempre insegnato nelle nostre Università? A soli tre mesi di vita, in un sistema immunitario immaturo, non avrà conseguenze iniettare nello stesso tempo sei diverse sostanze estranee, e non sarà questo ad aprire la porta alle allergie di cui soffrono sempre di più i nostri piccoli?

E purtroppo dobbiamo aggiungere all’inutilità delle vaccinazioni anche il danno che possono arrecare allo sviluppo psico fisico per il trauma che i neonati subiscono.

Dobbiamo considerare l’entità dell’attacco della puntura, e lo spavento che il bimbo vive e di cui diventa sempre più consapevole dal secondo richiamo in poi, non la prima volta quando mai si aspetterebbe dai propri genitori un tradimento di quel genere. Ne può conseguire il blocco della crescita ormonale vivendo una esperienza traumatica di paura e rancore.

Il bambino blocca la ricezione degli stimoli, e non reagisce in generale, e allora non riceve, non sente: si chiude in sé stesso.

Senza sapere perché, viene punito con una siringa, e a volte la vaccinazione viene eseguita tenendo e bloccando con la forza il piccolo. Per molti si risolve con un leggero spavento, consolati prontamente dall’affetto genitoriale, ma per coloro a cui si aggiunge il rimprovero e lo scherno è uno shock drammatico e acuto, colpiti nel territorio e nell’identità. La Natura non può far altro che bloccare in modo deciso i processi di crescita dell’individuo e adottare per lui comportamenti limitanti e di continua difesa: l’autismo.

Questi sono i miei ragionevoli dubbi sulla “prevenzione vaccinale”, che disturba il naturale sviluppo psico fisico dei bambini. E per questo trovo corretto che si consenta la libertà di scelta ai genitori che responsabilmente decidano di non somministrare alcun farmaco ai propri figli che godono di buona salute.

Dott.Fernando Giancotti

gfernando@alice.it

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